Architettura classica
La definizione di architettura classica è abbastanza semplice anche se, al tempo stesso, apre uno dei panorami più vasti nel mondo “dell’arte” in genere. Poiché l’architettura classica comprende, per antonomasia, l’architettura greca e l’architettura romana. Gli studiosi sono anche soliti distinguere una storia “preclassica” che precede l’apparizione di fonti greco-romane, e una storia classica, riferita a Grecia e Roma antiche.
Fotografare l’architettura classica è un impegno di straordinaria difficoltà perché non si tratta solo di mostrare agli occhi dell’osservatore i fasti e le vestigia del mondo antico.
Non si tratta neppure di usare strumenti e malizie del fotografo professionista di architettura, per regolare linee verticali, simmetrie e comporre delle immagini puramente accattivanti che attirano l’attenzione.
Ogni opera dell’architettura classica ci parla in modo diverso e la luce, che per secoli ha colpito pietre e manufatti, ci mostra oggi gli sforzi immani che hanno portato fino a noi questi capolavori dell’intelletto umano che sono sopravvissuti a guerre, devastazioni di ogni sorta, incuria degli uomini e, naturalmente, gli agenti atmosferici che non risparmiano nulla sotto il cielo.
È la luce che appiattisce o esalta quel bianco che spesso è solo una vago ricordo delle numerose sfumature, del numero incredibile di colori usati in templi e chiese usati allo scopo di mostrare, raccontare, trasmettere storie, vicende ed avvenimenti, innalzare dèi ed esseri mortali.
È la luce che ci aiuta a decifrare progetti architettonici di straordinaria complessità, costruiti prima nella mente di sognatori e visionari e, successivamente, con le fatiche di centina di migliaia di esseri umani predestinati a rendere immortali i nomi di imperatori, re, regine, sacerdoti e ministri di ogni ordine religioso.
Fotografare l’arte classica, l’architettura classica e tutte le opere e i beni culturali porta con sé il compito di permetterci di capire, leggere e interpretare un passato che non resta immobile davanti agli occhi del turista, ma cambia nel tempo con la nostra sensibilità e cultura.
Questo richiede una particolare sensibilità da parte del fotografo professionista, poiché inquadrando ogni singolo anfratto, ogni capitello, ogni colonna, ogni navata, ogni tempio, acquedotto antico, rocca o fortificazione, non si crea solo una combinazione di linee, simmetrie e composizioni belle da vedere.
L’occhio del fotografo interpreta il linguaggio universale della bellezza antica, per tradurla in una lingua moderna che, all'uomo di oggi, racconta il suo proprio passato cioè, i luoghi, le culture, le idee, le guerre, le scoperte, le invenzioni, le migrazioni, le apocalissi, le conquiste dalle quali sono nate le società moderne.